Intervista alla dottoressa Stefania Mazzotta: la salute si conquista innanzitutto a tavola

Abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Mazzotta, dietista e consulente del Poliambulatorio POLIS, alcune anticipazioni degli argomenti che saranno trattati durante il seminario dell’8 aprile “Suggerimenti, spunti di riflessione e consigli per invitare la tua salute a pranzo“.

Già nel 400 a.C. Ippocrate diceva “lascia che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” sottolineando l’importanza dell’alimentazione nella prevenzione e nella cura delle malattie. Il titolo della sua conferenza ricorda il pensiero di Ippocrate.

Occupandomi tutti i giorni di alimentazione ho potuto constatare il potere che gli alimenti hanno nel sostenere la vita dell’uomo, nel curare le malattie e nell’alleviare determinati sintomi patologici.
L’alimentazione sana ed equilibrata è una buona compagna di viaggio del nostro stato di salute, che non è altro che il risultato dell’interazione tra gli alimenti e la loro possibile utilizzazione da parte del nostro organismo.

Quali possono essere, nelle diverse età, le conseguenza se si trascura una corretta alimentazione?
In qualunque periodo della vita, un’alimentazione adeguata e bilanciata è indispensabile e può migliorare la qualità di vita, anche quando ci sono malattie gravi.

Sempre guardando agli antichi greci, possiamo ricordare che dieta significa “modo di vivere” mentre nel linguaggio corrente richiama al concetto di limitazione alimentare, in riferimento soprattutto alla “dieta dimagrante” o comunque alla proibizione di consumare particolari alimenti.

È vero. Nel linguaggio comune dieta è sinonimo di sacrificio, restrizione. Invece cura alimentare significa non soltanto escludere i cibi che possono nuocere ma anche cercare quelli che sono utili alla salute. Mangiare sano è questione di equilibrio.
Mangiare bene si può, ed esser consapevoli di ciò che si ha nel piatto è importante tanto quanto il modo di mangiare.
Ho potuto constatare, in questi anni di esperienza lavorativa, che la dieta è prevenzione quindi, in quanto tale, solo fonte di salute e di benessere, non causa di sofferenza e di conseguenze dannose per la salute.
Se mangiar sano rievoca tutti gli alimenti che non si possono mangiare, allora meglio pensare a tutti i nuovi cibi che si possono provare; il pasto è sempre una buona occasione per arricchire le proprie esperienze sperimentando cibi diversi per cultura e origini e imparando anche nuovi modi di preparazione del cibo.
I cambiamenti richiedono sempre molta fatica, soprattutto quando si tratta di modificare abitudini alimentari consolidate da una vita, per questo è necessario procedere a piccoli passi, non pretendere mai troppo e subito.
Io, ogni volta che mi trovo davanti a un paziente, propongo di accompagnarlo, con le mie conoscenze e la mia esperienza, a cambiare stile di vita qualora sia necessario! E i risultati sono sempre arrivati, non solo in termini di peso ma soprattutto di salute in generale.

La dieta, quindi, deve essere personalizzata, soprattutto quando ha degli obiettivi precisi o si collega a una particolare situazione clinica?

Educare ad una dieta corretta ogni singolo individuo, con la sua storia e la sua realtà, non vuol dire solo fornire un metodo per “dimagrire” ma insegnare ad usare tutto il cibo applicando i tre principi base della sana alimentazione: quantità, qualità e ora (cioè quanto, cosa e quando mangiare!).
(Se si è in sovrappeso o in sottopeso vuol dire che commettiamo qualche errore nel nostro “modo di vivere” che rientra per forza in queste tre categorie.)

Quando si parla di alimentazione “sana”, spesso ci si confonde con il concetto di alimentazione “corretta”…

Non è sufficiente ma è necessario tenere in considerazione che anche se l’utilizzo di fitofarmaci e antimicotici in agricoltura viene fatto entro i termini di legge, e i residui di sostanze tossiche sono al di sotto dei parametri considerati pericolosi per l’essere umano, il loro accumulo è rischioso per l’uomo e soprattutto per il bambino. Da qui la consapevolezza che non ci si può alimentare in modo sano senza ricercare la qualità delle materie prime. Oggi molte industrie hanno investito su modelli produttivi più responsabili creando prodotti non nocivi per l’uomo.
Curarsi con l’alimentazione significa quindi mettere in gioco anche la nostra consapevolezza sociale, il nostro senso di giustizia e quindi anche di sana pretesa e possiamo cominciare sin da subito abituandoci a leggere un po’ più spesso le etichette alimentari dei prodotti che scegliamo di acquistare.

La preparazione del cibo ha importanza tanto quanto gli ingredienti utilizzati: durante la cottura le sostanze modificano completamente le loro proprietà.

Assolutamente si, non sempre completamente, ma i vari metodi di cottura influenzano il contenuto dei nutrienti dei vari alimenti ma non solo, ne possono modificare anche l’appetibilità e la digeribilità.
Ad esempio far bollire un alimento determina una perdita di nutrienti che passano nell’acqua di cottura, ma anche una ritenzione di liquidi all’interno dell’alimento che ne può ridurre al digeribilità.

Un esempio di errore diffuso che lei riscontra durante i colloqui con i pazienti?

L’errore, a mio parere più comune nella nostra realtà, è quello che forse meno si è portati a correggere e che può portare invece a danneggiare notevolmente la salute: restare troppe ore senza mangiare, cercando di trarre energia da non si sa cosa e pensare di conseguenza all’alimentazione come solo un fatto di calorie distorcendo così il reale valore dell’alimentazione che è il nutrimento.

Una indicazione pratica che tutti dovrebbero seguire per dare il corretto valore all’alimentazione?

Mangiare poco ma di tutto!! La varietà è molto importante. Con la cura alimentare è opportuno acquisire, oltre la regolarità dei pasti, la buona strutturazione dei pasti secondo i canoni della dieta mediterranea che comunque rimane lo stile alimentare più organizzato e completo facilitando, qualora necessario, il riacquisire la capacità di riconoscere gli stimoli fisiologici di fame e sazietà.
Lavorare sul riconoscimento di tali stimoli è sempre il miglior punto di partenza quando si decide di curare la propria salute con l’alimentazione.
Ricordiamoci che durante la dieta la fame non è una nemica come spesso invece viene considerata: imparare a conoscerla aiuta quindi a migliorare il proprio rapporto con il cibo.

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